lunedì 31 agosto 2015

FIGHT CLUB, JIM CARREY E L'OMBRA DI JUNG

Che cosa potrebbe accomunare il film diretto da David Fincher del 1999 "Fight club", alla carriera cinematografica del grande attore comico Jim Carrey?
Detto così, il nesso, sembra davvero difficile da trovare.
Ma se aggiungiamo il piccolo indizio del "concetto Junghiano di ombra", forse, potrebbe cambiare qualcosa.
Secondo lo studioso svizzero, fanno parte della coscienza dell'ombra tutte quelle parti inconsce della nostra personalità che, per un motivo o per l'altro non vogliamo conoscere troppo da vicino.

"Quando un soggetto tenta di individuare la sua ombra, acquista coscienza di quelle qualità e di quegli impulsi che nega in sé stesso, ma che può agevolmente scorgere negli altri"

Diventa come se gli altri fossero il nostro specchio e tutto ciò che di essi ci infastidisce, sta facendo emergere determinati aspetti del nostro lato ombra che in noi stessi, rifiutiamo di vedere.

Questo aspetto nascosto della nostra personalità può non essere soltanto negativo, nel senso globale del termine, ma può essere anche un lato che ci fa vergognare di noi, semplicemente perché alcune cose per la società "non si fanno" o "non si dicono".
Così le releghiamo nel dimenticatoio inconscio, dove l'ombra pian piano prende forma.

L'ombra può spesso presentarsi in un gesto impulsivo che in qualche modo sfugge al nostro controllo cosciente e che, il più delle volte ci fa stupire di noi stessi.
A volte può prendere il controllo totale della situazione come un vero e proprio alter ego.

Per spiegare ancora meglio questo concetto di psicologia, un esempio calzante mi sembra quello mostrato nel film "Fight club".



Le vicende vedono Edward Norton, nei panni di un giovane impiegato, alle prese con la sua insonnia. Per riuscire a riposare meglio la notte, il giovane incomincia a frequentare gruppi di sostegno per malati terminali, fingendosi malato a sua volta, dove tra abbracci e pianti liberatori, riuscirà a trarre qualche beneficio.

Qui incontrerà la stravagante Marla Singer (Helena Bonham Carter), e con lei il primo piccolo incontro con l'ombra.

Anche Marla finge di essere una malata terminale per poter partecipare ai gruppi.
Un giorno il protagonista confida a sé stesso. "Non la sopportavo, la sua bugia rifletteva la mia"

Ma è con l'arrivo in scena di Tyler Durden (Brad Pitt) che l'ombra prende definitivamente forma.
Si noti che prima dell'incontro decisivo sull'aereo, la figura di Brad Pitt, viene inserita (per scelta geniale del regista) in fotogrammi di brevissima durata, come quelli dei messaggi subliminali,


Si "vedrà" Tyler anche nascosto in uno spot, vestito da camerieri, in mezzo a tanti altri camerieri.


Con questa tecnica, il regista ci mostra la progressiva fabbricazione dell'ombra nella mente di Norton, probabilmente causata da una scarsa dose di sonno ristoratore, dal lavoro stressante e da altri fattori, non noti allo spettatore.
Durden lavora di notte, (proprio quando Norton non riesce a dormire) e, mentre monta pellicole sul proiettore al cinema, ci racconta che talvolta si diverte a nascondere velocissimi fotogrammi di scene hard nel montaggio dei film, destinato a famiglie con bambini.

Che è esattamente quello che fa il regista con il film vero e proprio.

Da quando Tyler entra nella sua vita, il protagonista riuscirà a fare tutto quello che prima gli risultava impossibile.
Ad esempio fondare un club, conosciuto in tutte le grandi città degli Stati Uniti, di cui fanno parte anche le forze dell'ordine.
Questo club, nato come ritrovo per incontri di violenza clandestini, diventa una vera e propria organizzazione terroristica con l'ambizione di distruggere multinazionali e banche.
"Distruggendo il circuito delle carte di credito, distruggiamo il debito".

Tutti questi progetti, uniti alla capacità di creare esplosivi come nitroglicerina e dinamite, ottenuti dal sapone, e di avere performance esplosive anche a letto con Marla, provengono dalla mente di Tyler.

Che shock infinito per il protagonista e per lo spettatore, quando si scoprirà che Tyler E' il protagonista!

Egli è il suo alter ego, il quale riesce a fare tutto quello ciò che vuole:
Coltiva interessi in grande, e riesce a realizzare i propri progetti.
Si contrappone ad un noioso Tyler Durden, che considera il design da interni del suo appartamento, come "tutta la sua vita", si sente minacciato e intimorito dall'emancipazione di Marla e si fa calpestare dal superiore al lavoro.



L'ombra mostra alla parte cosciente quali sono le sue reali potenzialità.

Citando le parole dell'ombra:
"Tutti i modi in cui vorresti essere, quelli sono io. La gente lo fa tutti i giorni, le persone parlano con sé stesse e vedono sé stesse come vorrebbero essere"

Ovviamente questa parte di personalità è molto orgogliosa di sé stessa, ma, saggiamente il vero Tyler alla fine del film, prende il controllo della sua realtà, un pò come accade in sogno lucido e decide di eliminare il suo alter ego.
Ciò, da un punto di vista psicologico, non è totalmente corretto.
Jung ci suggerisce che le due parti andrebbero integrate, ma osservando meglio, forse è proprio quello che è successo, come ci suggerisce il lieto fine del film,
L'impresa portata avanti dall'ombra è compiuta, e i palazzi delle multinazionali crollano, davanti a Marla e Tyler, che si tengono per mano, dopo che lui ha trovato il coraggio di dichiararsi.



L'ombra ha in qualche modo migliorato la parte cosciente.
Devo dire: "Un Film, una Bomba!"


JIM CARREY E L'OMBRA

Oltre a tutti i famosi supereroi come Spiderman, Superman, Batman e Catwoman, che incarnano l'alter ego eroico di personaggi decisamente più tranquilli, mi viene in mente la carriera cinematografica di un attore che ha sicuramente a che fare (almeno nei suoi film) con l'ombra:
Jim Carrey.

Molti film da Jim interpretati, lo vedono debole, ridicolo, deriso e buono a nulla all'inizio.
Dopo un particolare evento scatenante si trasforma nel suo alter ego più forte.

Succede in "The Mask" del 1994.
Un impiegato imbranato di banca, single e disordinato, trova una strana maschera che indossata (solo di notte) lo porta a diventare l'estremo opposto:
una creatura bizzarra, ma capace di osare e di ottenere tutto ciò che si possa desiderare.


"Bugiardo, Bugiardo" del 1997. Un avvocato di successo sul lavoro, ma insufficiente sul piano familiare, dopo un incantesimo del figlio, non sarà più capace di dire bugie, ed ecco saltar fuori l'alter ego.

In "Io me e Irene" del 2000 : nella prima parte del film, il poliziotto di una cittadina di provincia, viene cornificato e abbandonato dalla moglie che oltretutto gli appioppa tre figli (che dovrebbero essere i suoi, ma sono di colore).
Egli viene preso in giro da chiunque, anche dalle bambine.
Dopo una crisi nervosa, Jim si tramuta ancora una volta nella sua parte ombra e si prende una rivincita su tutti.


In "Una settimana da Dio" del 2003. Ancora un mediocre giornalista viene deriso al lavoro e malmenato per strada.
Successivamente ad un incontro a dir poco Divino, farà veri e propri miracoli, cambiando ancora una volta la sua personalità in maniera netta.

In "The number 23" del 2007. (Tralasciando l'aspetto numerologico), forse questo è l' unico thriller che lo vede protagonista.
Ancora una volta l'attore si trova alle prese con la sua parte ombra, quando scopre di essere l'autore di un libro che trova un giorno per caso, in una libreria del centro.



In "Yes man" del 2008, il protagonista assiste ad un cambiamento di 360 gradi della sua vita, dopo aver partecipato al seminario di un Guru che gli insegna a dire sempre di SI.


Bisogna puntualizzare che in tutti queste storie, anche il finale è comune e, inoltre, molto simile a quello di "Fight club".
La personalità cosciente necessita della parte ombra per migliorare la sua situazione, ma essa si dimostra sempre il punto al quale tornare, per raggiungere il lieto fine.
Fateci caso, avviene così in tutte queste storie.

Ultima precisazione.
Jim Carrey ha lavorato in moltissimi altri film, che parlano di storie meno comiche e non hanno a che fare con il cambiamento di personalità, tra cui:

"Man on the moon" regia del geniale Milos Forman
"Eternal sunshine of the spotless mind" con Kate Winslet
"I love you Philip Morris" con Ewan Mc Gregor

E' un attore che difficilmente viene preso sul serio, ma i registi con l'occhio lungo si sono accorti che è bravissimo! Io lo adoro!



Spero vi sia piaciuto quello che ho scritto.
Alla prossima.

Silvia