domenica 20 settembre 2015

INDIGO CHILDREN - Possibile nesso tra bambini indaco e l'aumento delle diagnosi a scuola

La scuola è cambiata rispetto a 20 anni fa, quando la vivevo da alunna.
Sono un'insegnante della scuola primaria e quest'anno ho accettato un incarico nella stessa scuola che frequentavo da bambina.
E' stato un tuffo nei ricordi, passando per le varie zone dell'edificio, sono riaffiorate memorie di un'infanzia che credevo di aver dimenticato.
La palestra, la mensa, il giardino. quella che era la mia classe, la bibliotechina: tutto conserva ancora lo stesso profumo di buono, tutto mi ha catapultato in un viaggio nel tempo, nel quale non ho potuto che provare nostalgia.
Qualcosa, però, è drasticamente cambiato.
Ricordo che quando venivo qui a scuola c'era un bambino con sindrome di Down.
Si chiamava Giulio (ricordo come fosse ieri il suo visetto e il suo sorriso). Giulio era l'unico in tutto l'istituto che svolgeva le attività con l'aiuto dell'insegnante di sostegno: 1 bambino su 200.
Oggi, nell'anno scolastico 2015/16, le insegnanti di sostegno nella scuola  sono 7 e ognuna di esse segue due o più alunni.
A ciò si aggiungono i bambini diagnosticati con DSA (disturbi specifici dell'apprendimento) per i quali non è previsto l'affiancamento del sostegno.
Ci sono classi con più di 5 casi di DSA da aggiungere ai casi per i quali è previsto il PEI (piano educativo individualizzato).
Ma cosa succede?
E' veramente curioso questo incremento di bambini bisognosi di supporto, tanto che quest'anno, è stato dichiarato che mancano 30.000 insegnanti di sostegno, il ché significa che ci sono troppi casi, per le ancora poche insegnanti specializzate.
In particolare, tra gli altri disturbi, è quello dello spettro autistico, quello con il maggiore incremento negli ultimi anni.

nella classificazione del DSM IV l'autismo rientra
nei disturbi pervasivi dello sviluppo

Le statistiche mettono in mostra come nel 1975, 1 bambino su 5000 sviluppava il disturbo dello spettro autistico.
Nel 1985 era 1 su 2500.
Nel 1995 1 su 500.
Nel 2005 1 su 166.
Oggi 1 su 68.

Quali sono le cause?
Partiamo dal presupposto che tutte le malattie hanno una triplice origine: 

- genetica
- ambientale
- psicologica

 L'origine psicologica e genetica sono state escluse dall'istituto superiore di sanità.
 Rimane quella ambientale, quindi è un agente esterno che favorisce l'insorgere del disturbo.

Sono numerosi gli studiosi che si sono occupati di dare un nome alle cause di questo incremento spaventoso.
Alcune tesi identificano il problema con i pesticidi presenti nel cibo e puntano il dito contro la Monsanto.
Altre, si rivolgono ancora "più in alto" accusando l'industria farmaceutica di iniettare nei bambini, vaccini contenenti tracce di micro e nano-particelle solide e inorganiche quali acciaio, piombo e titanio. 
Questa tesi sostiene che queste particelle possono raggiungere il cervello o comunque interferire con il DNA. 
Quando gli studi sono stati sottoposti all'istituto superiore di sanità, è stato negato ogni possibile nesso tra vaccini e patologia.
Eppure i dati parlano chiaro:


NUOVE STRATEGIE PER INTERAGIRE CON I BAMBINI

Cause a parte. Personalmente ritengo che questi bambini, e non mi riferisco solo all'autismo ma a tutti i bambini in generale, siano problematici nella misura in cui sono i loro adulti di riferimento ad esserlo.
E' opportuno, a questo punto interagire con loro con nuove strategie e metodologie che sono a disposizione dei docenti desiderosi di migliorare le condizioni scolastiche attuali. 
L'insegnante non è più il dittatore in lezione frontale, ma un collaboratore che gira per la classe offrendo il proprio aiuto. 
Il rinforzo positivo, il modellaggio, la Token economy, il Cooperative learning, lo Scaffolding, il Role playng, sono tutti termini che non venivano presi in considerazione fino a qualche anno fa, 
Oggi sono molti i docenti di tutte le età, preparati e disposti a rendere le proprie risorse adeguate al nuovo contesto scolastico.
E'necessario cambiare il punto di vista che si ha dell'insegnamento, in risposta alle esigenze dei bambini che stanno cambiando. Queste strategie, sono efficaci sia per i bambini speciali, che per le attività di classe con bambini normodotati. 
Come avviene nelle scuole più all'avanguardia del nostro continente, l'attenzione è focalizzata sui bisogni dei bambini, essi non sono più considerati problemi da gestire, ma risorse da rinforzare.

Come diceva C.G.Jung:

"Se c'è qualche cosa che vogliamo cambiare nel bambino, prima dovremmo esaminarlo e vedere se non è qualche cosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi."




Alla prossima
Silvia




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